Renato Mazza

Abbracciando i dettami della corrente artistica denominata Emozionismo, di cui è co-fondatore, l’artista calabrese Renato Mazza esprime la naturale predisposizione all’arte pittorica. Eterno sognatore, ha trovato nella pittura il modus operandi per esprimere in toto il suo mondo interiore.

L’esercizio del suo linguaggio artistico ambisce ad un effetto visivo che filtra dall’osservazione del mondo esterno l’essenza profonda dell’essere e della natura, profondamente celata da sovrastrutture e condizionamenti, per ricondurla ad un piano tangibile della mente che ne fa esperienza sensoriale e quindi umana.

L’artista guarda alla realtà che lo circonda, sensibile e partecipe dell’esperienza del quotidiano che ispira la sua creatività offrendo spunti per i suoi soggetti pittorici.  Nei suoi quadri la presenza umana e l’elemento naturalistico sono sempre presenti anche quando insiste su un linguaggio astratto, riconducibile al futurismo di Boccioni o all’espressionismo di Kandinsky.

Liberatosi dai condizionamenti iconoclastici della pittura contemporanea, Renato Mazza non teme il confronto con stilemi dal sapore antico, dove il mito è soggetto interpretativo del connubio umano e divino.

Tanto nelle figure umane che aleggiano sulle città, quanto nei soggetti animali, i cavalli energici dal manto colorato, e negli strumenti che compongono suggestive nature morte, si nascondono infiniti significati reconditi suggeriti dai titoli evocativi delle opere.

Nella rappresentazione dei soggetti avviene quindi il recupero della valenza stilistica dei contenuti, che assumono forme e concetti, e di cui riconosciamo figure allegoriche e metafore linguistiche.

Anche i paesaggi urbani e le città fagocitate da vortici di colore che alterano e ribaltano la struttura di una visione prospettica, lasciando l’osservatore inebriato e stordito da un senso di vertigine, sono rimandi ai nuovi linguaggi dell’arte generata nei primi decenni del secolo scorso, dove fervidi menti creative affinavano la riflessione sul ruolo e lo stato della pittura nel mondo moderno.

Ritroviamo nei dipinti dell’artista una particolare predisposizione per l’astrattismo geometrico, come processo pittorico di base su cui elevare l’impianto compositivo: nonostante la formazione tecnica imposta dagli studi di architettura, egli giunge ad una sintesi espressiva prevalentemente coloristica che caratterizza la sua produzione.

In un continuum di linee e di forme creato con l’uso della spatola, del rullo e del pennello, il linguaggio di Renato è chiaramente riconoscibile. Lo slancio della pennellata dalle ampie velature cromatiche, leggere e circolari, concorre a formare vortici di colore che diventano frammenti narrativi.

Campiture vivaci, policrome, dove impera la predilezione per determinate cariche tonali, spesso colori primari, da cui emergono figure allungate le cui sagome si compenetrano con lo sfondo divenendo un tutt’uno armonico. La luce filtra dalle velature, a volte tenue a volte più intensa. Una pittura di genere moderna e allegra, che ritrae gruppi familiari, ballerine, giovani fanciulle ai tavolini di un bar, momenti di allegra convivialità, inquadrati come un fermo immagine, frutto evidente di una pittura che coglie il momento vissuto dall’artista nelle sue sedute en plein air.

Possiamo quindi affermare che tutte, o quasi tutte, le sue opere partono da una campitura astratta di base su cui l’artista edifica la scena narrativa.

L’artista predilige una varietà cromatica lontana dalla veridicità naturalistica. E’ evidente l’accostamento al pittore tedesco Franz Marc e ai suoi cavalli colorati immersi in una quiete bucolica.  Proprio per la scelta dei tre colori primari, il blu, il giallo, e il rosso, e alla loro tematica interpretativa con cui l’artista tedesco identificava il blu col principio maschile e spirituale e il giallo col principio femminile, gentile, allegro e sensuale, il cui compito è assoggettare la brutalità rappresentata dal colore  rosso.

Ma la scelta dei tre colori primari è l’unico elemento che accosta Renato Mazza al pittore tedesco, in quanto il disegno e la composizione scenica sono distanti dal paesaggio favolistico permeato di quiete e docilità.  Mazza ritrae il paesaggio con una sintesi coloristica che partecipa della forza emotiva sprigionata dalla furia animalesca. Un paesaggio astratto, dominato dalla loro impetuosità, che rimanda alle onde del mare, alla terra battuta dagli zoccoli e alzata dal vento, che offusca l’aria, che muove le criniere. In Mazza si evince il desiderio di libertà, l’istinto della natura selvaggia che prorompe dalla tela.

Concludendo, la pittura di Renato Mazza si pone quindi su un piano comunicativo, è un canale sempre aperto, vitale, in cui avviene un processo di recupero dei vari movimenti artistici atto a rigenerare la carica espressiva dell’artista, per sua natura dettata da una foga dionisiaca e inesauribile. Una pittura emozionale guidata dallo stato d’animo del momento che l’artista è capace di contenere e preservare fino a compiutezza dell’opera.